lunedì 2 dicembre 2013

#The final countdown: Chapter 2.

Parola d'Ordine: Accettarsi.

Secondo giorno, secondo post. 
Avevo promesso che avrei condiviso con voi una nuova esperienza, ed è ciò che intendo fare. 
Sono sempre stata una persona nella norma, con i comuni problemi di tutti, con una propria mentalità, con un proprio modo di ragionare a volte sbagliato, a volte giusto. Chi può dirlo, poi, se giusto o sbagliato lo è davvero? Quello che vedo in me, negli altri, è un continuo sprofondare in un senso di inadeguatezza, un continuo bisogno di certezze. 
Non si persegue più una spassionata "ricerca della Felicità", bensì una ricerca di Certezze. Ma quelle certezze, chi ci assicura che porteranno alla felicità?
Nessuno. 
Un mio professore, qualche settimana fa, ha esposto un ragionamento interessante:
"L'essere umano è fragile. Le uniche certezze che ha sono l'amore, il dolore, la felicità, la tristezza. Le passioni.Sono le uniche cose che lo fanno sentire vivo. L'uomo non sa né da dove viene, né dove andrà. Ma sa che potrà soffrire, gioire e al momento, morire. "
Tralasciando il resto del discorso, di natura trascendentale, trovo che queste poche righe abbiano un senso.
L'uomo ha bisogno di certezze. La certezza di un lavoro, di una casa, di avere qualcuno al proprio fianco, di piacere.
Soprattutto l'ultima, ormai di vitale importanza. Quante conferme cerchiamo ogni giorno?
Lo specchio è diventato il nostro peggior nemico; viviamo in un limbo di incertezza perenne, in cui persino esser certi dei propri sentimenti è un utopia. 
Abbiamo bisogno di stare bene con gli altri. Della certezza di piacere agli altri. 
Ma a noi piacciamo?
"Come pretendere di stare bene con gli altri se non si sta bene da soli?"
Ecco cosa ho fatto oggi:ho provato a stare bene da sola. Ho pranzato con una pizza ai piedi del meraviglioso albero di natale in piazza; ho provato a non pensare alla gente intorno a me.
Ho provato a gustare la mia pizza funghi e prosciutto. Una volta finita, scrollate le briciole, ho invitato me stessa a prendere un caffè. Arabica. Certo, non il mio preferito, ma...a caval donato...si sa. Ho accompagnato me stessa in una nuova libreria. Onestamente? Sembrava il paradiso dei libri.
Ho fatto a me stessa un regalo. 
E' stata una giornata meravigliosa e, nonostante l'apparente silenzio all'esterno, dentro bruciavo di chiacchiere infinite e piacere sconfinato

Il mio consiglio di oggi è non abbiate paura della vostra solitudine, accettatevi e abbracciate la bella persona dentro di voi.

Voglio salutarvi con una poesia di Neruda, "Non incolpare nessuno":

Non incolpare nessuno,
non lamentarti mai di nessuno, di niente,
perché in fondo
Tu hai fatto quello che volevi nella vita.
Accetta la difficoltà di costruire te stesso
ed il valore di cominciare a correggerti.
Il trionfo del vero uomo
proviene delle ceneri del suo errore.
Non lamentarti mai della tua solitudine o della tua sorte,
affrontala con valore e accettala.
In un modo o in un altro
è il risultato delle tue azioni e la prova
che Tu sempre devi vincere.
Non amareggiarti del tuo fallimento
né attribuirlo agli altri.
Accettati adesso
o continuerai a giustificarti come un bimbo.
Ricordati che qualsiasi momento è buono per cominciare
e che nessuno è così terribile per cedere.
Non dimenticare
che la causa del tuo presente è il tuo passato,
come la causa del tuo futuro sarà il tuo presente.
Apprendi dagli audaci,
dai forti
da chi non accetta compromessi,
da chi vivrà malgrado tutto
pensa meno ai tuoi problemi
e più al tuo lavoro.
I tuoi problemi, senza alimentarli, moriranno.
Impara a nascere dal dolore
e ad essere più grande, che è
il più grande degli ostacoli.
Guarda te stesso allo specchio
e sarai libero e forte
e finirai di essere una marionetta delle circostanze,
perché tu stesso sei il tuo destino.
Alzati e guarda il sole nelle mattine
e respira la luce dell'alba.
Tu sei la parte della forza della tua vita.
Adesso svegliati, combatti, cammina,
deciditi e trionferai nella vita;
Non pensare mai al destino,
perché il destino
è il pretesto dei falliti.


- Sempre vostra, Claire

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